Riflessione di: Linda Gobbi

 

Da poco abbiamo concluso la nostra vacanza estiva a Sorrento. Una domanda tra le tante su cui abbiamo lavorato mi è rimasta particolarmente impressa: Cosa significa per me “essere umano”?

All'università ho studiato che il termine umano deriva dalla capacità di utilizzare le mani e quindi da una serie di attività che l'uomo compie differenziandosi dagli animali. Ma non penso sia solo questo... L'anima? Non conta? Siamo umani solo perché abbiamo i pollici opponibili? Essere umani è difficile!

Dio si è fatto uomo e quindi è difficile se non impossibile il confronto! Come possiamo essere come Dio? Preferiamo essere come Lucifero, molto più semplice. Celiamo quindi dietro il termine "debolezza" tutto ciò che Dio non farebbe e cosa ancora più importante, siamo consapevoli di ciò. Bene quindi l'umano è il superbo? E’ l’invidioso?

 

Non credo, questo è DIABOLICO. Quindi più che umani potremmo essere chiamati così o "piccoli aiutanti di Satana" (mi stupisce tra l'altro come il correttore automatico del mio iPhone faccia fatica a mettere la "d" maiuscola a DIO e che lo faccia solo sotto costrizione del mio pollice, ma che per " Satana" e " Lucifero" non abbia alcun problema... Anche lui è stato progettato da mani sapientemente UMANE).

 

Quindi questa parola, UMANO, mi crea problemi... perché pensavo fosse un termine che mi potesse appartenere e invece no. Ogni volta che mi soffermo su qualche concetto, mi rendo conto che questo pian piano sfugge dal mio controllo e che non riesco a dargli una spiegazione... Forse questo vuol dire essere umani, rendersi conto che se rimaniamo soli con noi stessi a meditare su qualcosa, capiamo la nostra debolezza, la nostra incapacità di arrivarci... Un po' come i dislessici, leggono e rileggono, ma alla fine non capiscono. L’inganno è che noi non vogliamo ammettere questa nostra dislessia. Questi discorsi mi confondono ancora di più le idee, non sapere più se tendo all'umano (come credevo) o al diabolico (come sospetto).

 

Una sera ho chiesto a Gloria Polo di farmi compagnia e così mi sono messa a leggere... Che angoscia mi aveva messo... Non riuscivo a dormire e da umana me la sono presa con il caldo, ma penso che il Signore mi stava lanciando una bella provocazione... Leggere di questa donna mi ha spaventata. Ho preso questo libro con la presunzione, da umana, di essere migliore di lei e di non aver bisogno di un fulmine per credere. In realtà mi ci vorrebbe eccome... Mi sembrava di leggere tutte le mie debolezze, il fatto che lei pregasse velocemente durante la pubblicità mi ha sconvolta, perché capita anche a me ... Con che faccia penso di pregare? E con che faccia non ho mai ammesso i miei sbagli? Ecco perché mi sento poco umana... L'umano sbaglia si, ma almeno ha quel briciolo di umiltà che lo spinge a confessare tutto.

 

Ultimamente vivo come Gloria in bilico tra bene e male, tenuta per un piede da un qualche angelo, ma con il viso puntato verso l'abisso più profondo... Un prete mi ha detto che si tratta di crescita. Sinceramente ho paura, paura di scegliere la via sbagliata e perdere quel poco di umanità che mi è rimasta. A volte posso rimanere anche senza sentire nessuno... Non mi piace questa indifferenza, questa corazza...è come se alla mia umanità e alla mia fragilità non fosse concesso di uscire. Rimangono li chiuse e dopo un po' fanno la muffa!! A volte non ho neanche voglia di lavorare su me stessa, è come se trovassi il problema e mi sentissi a posto senza trovare una soluzione.

 

Spero solo che qualcuno possa aiutarmi (per qualcuno intendo Dio è) e che, anche senza il bisogno del fulmine, mi dia quella scossa necessaria a superare da umana gli ostacoli che la vita mi propone e a non cadere, non tanto nelle tentazioni, quanto nell'indifferenza.

 

 

 

 

 

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